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#IF2014 presenta Donata Columbro

La rapida diffusione di nuove tecnologie per la comunicazione a basso costo, la disponibilità di strumenti per analizzare, mappare e visualizzare i dati prodotti da società civile e governi sta cambiando anche la cooperazione internazionale. La “rivoluzione dei dati” è al centro dell’agenda post-2015, quell’insieme di azioni raccolte dalle Nazioni Unite per dare un seguito agli Obiettivi del Millennio nel costruire un mondo più sicuro, più prospero e più equo per tutti.

Sapere utilizzare i dati può fare la differenza. Perché possono dirci se un progetto ha fallito o ha avuto successo. Possono migliore la strategia generale di un’organizzazione non governativa e indicare la direzione delle politiche di aiuto allo sviluppo dei governi.

Da giornalista impegnata nel settore non profit, ma anche appassionata di tecnologia, sono interessata all’aspetto pratico di quegli studi che vengono definiti sotto l’etichetta di “open development”. Ecco perché la giornata dell’Internet festival dedicata all’innovazione della cooperazione che sono stata chiamata a coordinare parte con un hackathon dedicato a esplorare i dataset di Banca Mondiale, Ocse, Undp e molti altri, per imparare a raccontare (e visualizzare) la cooperazione internazionale attraverso i dati. Non solo. Con un team di esperti, le associazioni interessate potranno conoscere gli strumenti e le modalità con cui rendere “aperti” i propri database, senza violare la privacy dei beneficiari dei progetti, aumentando la trasparenza anche nei confronti dei propri sostenitori.

I risultati dell’hackathon saranno poi presentati nella mattina dell’11 ottobre, dopo un primo panel dedicato a scopre come l’uso dei dati può contribuire a migliorare le condizioni umane in diversi paesi del mondo.

Per il mio lavoro ho indagato spesso il modo in cui le ong utilizzano i social network e i nuovi media nei progetti di sviluppo. Ho viaggiato in Africa, tra Uganda e Burkina Faso, per gestire laboratori di giornalismo partecipativo con studenti e insegnanti per trasferire l’utilizzo quotidiano di normalissimi telefoni cellulari in strumenti di partecipazione e scambio tra nord e sul del modo su temi anche complessi come le migrazioni e la sovranità alimentare. Le organizzazioni che vedono nella tecnologia il potenziale per l’emancipazione delle popolazioni con cui lavorano fianco a fianco sono sempre di più e a Pisa avremo l’occasione di conoscere alcune di quelle che hanno contribuito a migliorare la vita di migliaia di persone in contesti anche di emergenza umanitaria, come Repubblica Centrafricana e Haiti. Senza dimenticare che gli smartphone nelle nostre tasche hanno anche un “lato B” che deve attivare le nostre coscienze di consumatori di tecnologia: ne parlerà l’attivista John Mpaliza in una keynote per approfondire la connessione tra i minerali che si trovano all’interno dei nostri apparecchi elettronici e una guerra che insanguina i Congo da più di 10 anni.

Tutto questo ha un impatto sul modo di lavorare di ong e governi?

Parafrasando Gary Hamel, che paragonava la primavera araba alla rivoluzione nel mercato del lavoro, potremmo dire che “non è folle chiedersi se il Ceo della tua organizzazione non profit sia il prossimo Mubarak”. Sarà Beth Kanter, consulente del settore non profit negli Stati Uniti, a introdurre con una keynote il panel che, a conclusione della giornata, farà il punto sullapunto della situazione nazionale e internazionale con gli addetti ai lavori del mondo della cooperazione allo sviluppo. Per capire se ong, governi, università e perché no, anche le Nazioni unite sono disposte ad accogliere la rivoluzione che social network, dati e nuove tecnologie stanno portando anche in questo settore.

Per saperne di più:

Da oggi all’11 ottobre raccoglierò articoli, news e approfondimenti per arrivare preparati alla giornata Cooperation wanted: http://cooperationwanted.tumblr.com/

Chi sono:

Giornalista pubblicista e blogger, online dal 1999.  Sono ossessionata dai media digitali e da Internet come motore di cambiamento sociale. Quando non indosso scarpe da corsa, mi trovate su Twitter come @dontyna.

Attualmente sono social media editor per Volontari per lo Sviluppo e il side project ONG 2.0. Collaboro da freelance con diverse testate italiane (tra cui Vita, Wired Italia, Stream Magazine e Nova24) raccontando storie di innovazione sociale che ho conosciuto grazie alle mie incursioni in Africa subsahariana. Da qualche tempo ho liberato “il mio lato nerd” collaborando a diversi progetti di data journalism e data visualization.

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