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salvatore iaconesi

In esclusiva l’intervista a Salvatore Iaconesi, ospite dell’Internet Festival

di Mariangela Della Monica

IF: Ci racconti brevemente il progetto Emergenze?

Emergenze, che presenteremo all’Internet Festival, è in intervento composto da una installazione e da una performance capaci di presentare in maniera radicale e innovativa alcuni scenari della città del futuro. La nostra percezione dello spazio della città, pubblico e privato, è mutato in maniera sostanziale negli ultimi anni. Continuiamo a scandire il mondo secondo gli input sensoriali di cui abbiamo esperienza mentre lo percorriamo, interpretandoli secondo la nostra cultura, la nostra storia personale, i nostri ricordi. A questo si sono aggiunti una serie di contributi ubiqui, in tempo reale, costantemente presenti che fanno sì che lo spazio della città si apra completamente, ad ospitare molteplici punti di vista ed interventi che prima, semplicemente, non c’erano. Il ricevere una telefonata sul cellulare può trasformare per qualche istante una qualsiasi panchina in un ufficio ubiquo, nonostante la pianificazione urbana e la destinazione d’uso progettata per quel luogo. Allo stesso modo disponiamo di dozzine di nuovi sensi capaci di trasformare in maniera completa l’esperienza degli spazi della città: informazioni che provengono dai social network, servizi location based, realtà aumentata, instant messaging ci mettono a disposizione innumerevoli sensi aggiuntivi per cui riusciamo ad interpretare il luogo in cui siamo in modi differenti, secondo i contributi delle persone e delle organizzazioni che, costantemente, producono contenuti ed informazioni situate nei luoghi che attraversiamo.

Oltretutto, anche noi siamo in grado di produrre informazioni di questo genere, usando in modo sempre più semplice ed accessibile i social network. Non solo i computer e gli smartphone, ma anche le magliette, i gadget, le automobili e gli oggetti delle nostre case e dei nostri uffici scrivono informazioni sulla rete, associandole sempre più spesso al luogo in cui sono originate.

Questo scenario trasforma in maniera radicale concetti quali l’architettura e la pianificazione urbana, e rimette in completa discussione il ruolo di coloro che hanno a che fare con i flussi di informazione che provengono dalle città.

In Emergenze mostreremo uno scenario futuro, usando le informazioni in real-time della città di Pisa, adesso. Un futuro portato nel presente, per mostrare come sia già possibile e per prepararci tutti, in maniera divertente, emozionante e, soprattutto, suggestiva e generatrice di immaginario, a prepararci alla trasformazione, ad averci a che fare, ad assumere un ruolo attivo, etico e creativo nella sua formazione.

La performance di Emergenze sarà una sorta di telegiornale del futuro. Forzando il termine “telegiornale”, che noi immaginiamo ovviamente trasformarsi in maniera radicale nei prossimi anni, proporremo un TG in “temo-reale” di Pisa del 2015, usando però i dati aperti (Open Data e dati provenienti dai social network) disponibili adesso, durante la performance.

IF: Un telegiornale del futuro: cosa attende il pubblico del Festival?

Nel telegiornale non ci saranno le notizie di cronaca, ma la cronaca per come è descritta dai social network e gli Open Data messi a disposizione dalle istituzioni e dalle organizzazioni. Non ci saranno le previsioni del tempo, ma le previsioni “emozionali” in cui i flussi di informazioni delle città saranno utilizzati in maniera molto avanzata per descrivere le perturbazioni emozionali dei cittadini nei vari quartieri. Non si parlerà di furti e rapine, ma di descrivere i luoghi in cui i cittadini si sentono sicuri e non. Si affronteranno l’ambiente, l’inquinamento, l’energia e gli stili di vita partendo proprio dall’azione, adesso, in questo momento, delle persone e delle organizzazioni che si esprimono usando le reti digitali, esprimendo idee, critiche, suggestioni, immaginari e desideri.

Un TG veramente differente, insomma. Qualcosa da cui prendere spunto per immaginare, sin da adesso, in quanto possibile, il futuro.

IF: Emergenze è anche un applicazione

L’installazione sarà corredata da una app per iPhone/iPad e Android e mostrerà lo stesso genere di scenario sotto forma di strumento per la città, per l’espressione e l’uso reale di questo nuovo genere di spazi.

Sia l’installazione che la app mostreranno la città di Pisa e il suo territorio. Su di esso saranno osservabili e consultabili tutti questi nuovi strati di informazione di cui stiamo parlando, per come emergono in tempo reale dalle reti sociali e dagli Open Data. Non solo: in questa “nuova” città il luogo fisico è diverso dal luogo della percezione, e quindi la città di Pisa si potrà estendere, letteralmente, su tutto il pianeta, nella misura in cui altre persone, in altri luoghi geografici fisici, avvieranno discussioni o genereranno informazioni che riguardano la città. Una città Locale/Globale/Semantica, di cui potremo beneficiare attraverso le suggestive interfacce di uno schermo urbano (l’installazione) o di uno strumento portatile (la app) capace di trasformare la nostra esperienza della città, la nostra possibilità di trasformarci in nuovi cittadini, più attivi e consapevoli capaci di usare in modo positivo, produttivo e creativo i contributi provenienti dalle tante culture e filosofie che danno forma, oggi, alle nostre città, e a produrne di nostri, aprendo la via a scenari radicalmente nuovi per temi quali la politica, l’informazione, la governance della città.

IF: La Cura sarà anche parte dell’Internet Festival: ti va di parlarne?

La ragione di fondo per la quale il precetto della cura di sé è stato dimenticato (…) mi sembra possa essere identificata con un’espressione che so essere pessima, e che pertanto utilizzo a titolo puramente convenzionale, ovvero il ‘momento cartesiano’. [Esso] mi sembra aver funzionato in due maniere: da un lato, riqualificando filosoficamente il ‘conosci te stesso’, e dall’altro, al contrario, squalificando ‘la cura di sé’.”

(Michel Foucault, “L’ermeneutica del soggetto”, 6 gennaio 1982).

Pochi giorni fa ho pubblicato i dati riguardanti la mia cartella clinica, cercando una nuova definizione di “salute”, di “malattia”, “cura” e, in generale, per toccare un nervo scoperto per le nostre società: quello della gestione del proprio corpo, dei saperi e delle relazioni che li interconnettono.

L’effetto è stato dirompente.

In un open talk all’Internet Festival vi racconterò la storia fino ad adesso e potremo, insieme, partecipare alla “Cura”.

La frase di Foucault è un regalo di Antonio Caronia, parte degli intensi scambi di questi giorni.

Comunicato stampa – Salvatore Iaconesi all’Internet FestivalIF: Can you tell us briefly about the ‘Emergenze’ project?

‘Emergenze’, as we will present it at the Internet Festival, is composed of an installation and a performance presenting radical and innovative scenarios for the future of the city. Our perception of space, public and private, in the city has changed substantially in recent years. We continue to shape the world according to the sensory inputs that we experience as we walk, interpreting them according to our culture, our personal history and our memories. To this are added a series of ubiquitous contributions in real-time. They are constantly present, making the city space completely open to host multiple viewpoints and actions that before were simply not there. Receiving a call on your cell phone can turn a park bench into an office for a few moments, despite the urban planning and the intended use designed for that place. Similarly, we have dozens of new ways with which to completely transform the way we experience the spaces of the city: information coming from social networks, location based services, augmented reality, instant messaging. We provide many additional purposes with which to interpret in different ways the place in which we are, depending on the contributions of individuals and organizations which constantly generate content and information located in the places through which we are going.

Moreover, we are able to produce this type of information using ever more simple and accessible social networks. Not only computers and smartphones, but also T-shirts, gadgets, cars and objects of our homes and our offices write information on the web, associating them more and more often to the place from where they originated.

This scenario radically transforms concepts such as architecture and urban planning, and calls into discussion the roles of those who are involved in the flow of information coming from the city.

In ‘Emergenze’ we will show a future scenario, using the real-time information available in the city of Pisa. A future brought into the present, to show that it is already possible to be prepared for all types of fun, exciting and, above all, suggestive generated imaginary, as well as for the transformation and how to deal with it, in order to take an active, ethical role, and to help us be creative in its formation.

The performance of ‘Emergenze’ will be a sort of broadcast for the future. Using the term ‘broadcast’, we imagine obviously that it will transform radically in the coming years, and we propose a news-program of ‘real-fear’ for the Pisa of 2015, but using Open Data and data from social networks available during the performance.

IF: A broadcast of the future: what awaits the audience of the Festival?

In the broadcast there will be no news as such to report, but rather news as it is described by the social networks and the Open Data made available by institutions and organizations. There will not be the weather, but rather the ‘emotional’ forecast in which the information flow through the city will be used in a very advanced way to describe the emotional disturbances of citizens in various districts. We will not talk about theft and robbery, but rather describe the places where people feel safe and those where they don’t. We will address the environment, pollution, energy and lifestyles starting with the actions of right now, at this moment, of the people and organizations who express themselves using digital networks, expressing ideas, criticisms, suggestions, imaginations and desires.

A very different type of news broadcast. A starting point to imagine, as far as it is possible, the future, starting from now.

IF: ‘Emergenze’ is also an application

The installation will be accompanied by an app for iPhone / iPad and Android and will show the same kind of scenario as a tool for the city, for the expression and the actual use of this new kind of space.

Both the installation and the app will show the city of Pisa and its surroundings. On it will be observable and accessible all these new layers of information we are talking about, as they emerge on real-time social networks and on Open Data. Not only that, but in this “new” city, the physical place is other than the place of perception, and thus the city of Pisa can be extended, literally, all over the planet, to the extent that other people in other places of physical geography can begin discussions or generate information about the city. A city which is global / local / semantic, from which we can benefit through the interface of the urban screen (the installation) or a portable instrument (the app) which can transform our experience of the city, and give us the ability to change into new citizens, more active and aware, able to use in a positive way the productive and creative contributions from the many cultures and philosophies that shape our cities today, and to produce our own, paving the way for radically new scenarios for issues such as policy, information and governance of the city.

IF: ‘The Cure’ will also be part of the Internet Festival: do you want to talk about it?

“The underlying reason for which the precept of self-care has been forgotten (…) I think it can be identified with an expression that I know to be bad, and which I therefore use as a purely conventional title, or ‘Cartesian moment ‘. [It] seems to work in two ways: on the one hand, retraining philosophically the ‘knowledge of thyself ‘, and on the other disqualifying ‘self-care’.”

(Michel Foucault, “The hermeneutics of the subject”, January 6, 1982).

A few days ago I published data regarding my clinical records, looking for new definitions of “health”, “disease” and “cure” and, in general, to touch a raw nerve in our society: the management of our body of knowledge and the relationships that interconnect them.

The effect was shattering.

In an open talk at the Internet Festival I will tell the story so far, in order that we, together, can participate in the “Cure”.

The quote from Foucault is a gift from Antonio Caronia, part of the intense exchange in those days.

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