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“Pornoculture elettroniche. La carne on line”.

Vetrine elettroniche, live cams, gay for pay, sex movies, stanze private, online dating, Chatroulette, love dolls, hardcore: dissoluto e fastoso, crudo e sovresposto, il porno brulica trionfante nelle maglie del cyberspazio, surriscaldando le connessioni digitali e impregnando di umori la socialità elettronica.

Dopo aver irrorato di euforica carnalità il teatro d’avanspettacolo, la fotografia, i fumetti, il cinema, la moda, la pubblicità, i canali tematici della televisione e gli altri meandri classici dell’industria culturale, il regno del porno è ormai confluito nella pop culture, tanto da configurarsi come uno dei suoi pilastri che svetta lubrico e plastico nel paesaggio del web, on line.

Tale dimensione informa il quotidiano ed è a sua volta rigenerata dal suo erotismo, in un gioco di costante reversibilità tra i due poli venato di ricombinazioni e di ricreazioni.

Le utenti e gli utenti propongono quotidianamente una sempre più consistente quantità di contenuti pornoerotici che sfociano sia in siti ospitanti videoclip e fotografie amatoriali, in sintonia con le dinamiche delle culture partecipative e degli user generated content, sia in piattaforme di social e swinging network, o infine negli scambi privati di autoscatti che sovrappongono strati carnali a relazioni amorose e sensuali mediate dallo schermo.

Obsolescenza della scrittura del corpo, saturazione della “pornografia” tradizionale, esorbitanza della carne in quanto mezzo e messaggio, immagine e pratica: benvenuti nella pornocultura!

Pornoculture elettroniche. La carne on line.
Evento ideato e cura di Claudia Attimonelli e Vincenzo Susca.

Claudia Attimonelli

Viaggio ai confini della carne: Love dolls

Porn is the new black

Claudia Attimonelli, ricercatrice in Teorie del Linguaggio e Scienze dei Segni, è responsabile delle attività artistiche e transmediali presso la Mediateca Regionale Pugliese e insegna Cinema, Fotografia e Televisione all’Università Aldo Moro di Bari. I suoi interessi di studio si disseminano fra arte, corporeità e media, moda e musica attraverso la sociosemiotica della musica, la visual culture, i media studies e la fashion theory. Collabora come curatrice con gallerie d’arte e teatri.

Tra le sue più recenti pubblicazioni: Le désavenir du temps (2014); To be continued. I destini del corpo nei serial televisivi (2011); Underground Zone. Dandy, punk, beautiful people (2011); L’artista è un eroe mediale (2010); Techno. Ritmi afrofuturisti (2008).

Vincenzo Susca

L’osceno e/è il gaio sacrificio dell’umanesimo

La Lussuria è l’espressione di un essere proiettato al di là di se stesso; è la gioia dolorosa di una carne compita, il dolore gaudioso di uno sbocciare.

Valentine de Saint-Point, Manifesto futurista della lussuria, Parigi, 11 gennaio 1913.

Vincenzo Susca è maître de conférences in Sociologia dell’immaginario all’Università Paul-Valéry di Montpellier e ricercatore al Centre d’étude sur l’actuel et le quotidien dell’Università Paris Descartes Sorbonne (Parigi). McLuhan Fellow all’università di Toronto, nel 2008 ha fondato, con M. V. Dandrieux, la rivista “Les Cahiers européens de l’Imaginaire” (CNRS éditions, Parigi), di cui è il direttore editoriale.

Tra le sue recenti pubblicazioni: Transpolitica. Nuovi rapporti di potere e di sapere (Milano 2008), con D. de Kerckhove; Ricreazioni. Galassie dell’immaginario postmoderno (Milano 2008, Parigi 2009), con C. Bardainne; Eroi del quotidiano. Figure della serialità televisiva (Milano 2010), a cura di, con F. La Rocca, A. Malagamba; Gioia Tragica. Le forme elementari della vita elettronica (Milano 2010, Parigi 201, Barcellona 2012).

È l’autore, con Alain Béhar, della pièce teatrale transmediale Angelus Novissimus (2014), nella quale risuonano e sono attualizzate, tra le altre, ispirazioni mcluhaniane e benjaminiane.

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