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Spazio ultima frontiera…

Spazio, ultima frontiera…
…o forse la prima: in uno dei suoi significati fondamentali lo spazio già racchiude la dimensione dell’esplorazione, della scoperta. Lo spazio è il luogo dell’avventura, lo scenario con cui interagire, il tavolo su cui lanciare i dadi. Spazio è il vuoto necessario perché ci sia un pieno, è la nostra scatola da riempire di giochi.
E il gioco, che di per sé è già la fucina di spazi per eccellenza, l’officina in cui si creano nuovi universi sociali con regole specifiche, ha visto crescere esponenzialmente questo suo potere generativo grazie alla Rete e alla tecnologia.
Le ambientazioni in cui muoversi, dalla pixel art alla realtà aumentata, certo, ma non solo: i videogame creano continuamente nuovi spazi sociali al di là e al di qua dello schermo, offline e online, così come dinamiche economiche e -in modo prepotente- universi narrativi e interattivi non ricreabili altrove.
Una scatola piena di altre scatole, tutte in continua trasformazione.
…fino ad arrivare laddove nessun uomo è mai giunto prima.

Lo spazio più vicino, quello del territorio, sarà protagonista in Games in Tuscany, un focus sul panorama toscano che presenterà alcune realtà locali attraverso un panel organizzato in collaborazione con AESVI e Toscana Film Commission. L’attenzione non solo per il mondo degli sviluppatori ma anche alla formazione e alle applicazioni scientifiche e didattiche sarà completata da uno showcase interattivo dove poter giocare alcuni dei titoli presentati.
Lo sviluppo e la didattica sono sempre al centro dei nostri giochi, e quest’anno trovano ottimi alleati nella Scuola Internazionale di Comics di Firenze e in Event Horizon School: una serie di workshop tracceranno un filo rosso che attraversa e si avvolge intorno a IF Game Jam tra concept art, game design e storytelling. Special guest di questa edizione il visual artist Antonio De Luca.
Miriadi di pixel, chilometri di codice e poi quintali di occhiaie e litri di caffè, ma soprattutto idee e voglia di sviluppare (e imparare) insieme. Quaranta (40!) ore per creare un videogame bello, divertente, intelligente… e che magari sappia conquistare la giuria di esperti del settore e professionisti che assegnerà i premi ai giochi migliori.
C’è sempre, da qualche parte, una scatola dei ricordi; la nostra è piena di macchine che hanno fatto la storia del (video)gioco. Tutt’altro che polverose o dimenticate, ci faranno scoprire la capacità del videogame di creare “Altri Luoghi” di fantasia, riflessione, narrazione. Sogno, Cyberspazi, Leggenda, Steampunk rivissuti in una rassegna di titoli storici giocabili sulle piattaforme originali.
Fuori e dentro lo spazio, spazi interiori e spazio esterno sono il tema di IndieBox, lo showcase internazionale in collaborazione con Game Happens! con una selezione dei migliori videogame indie, giocabili insieme ai loro sviluppatori.
La scatola degli attrezzi non serve solo a riparare e la nostra non poteva che essere piena di strumenti per creare, analizzare e ispirarsi. Dentro ToolBox ci sono tutti gli workshop legati direttamente al gaming e non solo: seminari sulla narrazione, la scenografia, i rapporti tra spazialità nel videogame e nel fumetto, la fotografia digitale e l’esperienza del reale, e un laboratorio internazionale sullo sviluppo di software per WebDoc con Jeff Soyk, uno degli autori e designer più importanti del settore.

Michele Lanzo si occupa di gaming dai primi mesi di vita, un po’ come tutti.
Lo fa in modo più serio dalla fine degli anni ’80, quando entra in contatto con le macchine che avrebbero fatto la storia del videogame e non solo.
Sono gli anni in cui si appassiona di Informatica Empirica®, diventando nerd quando fortunatamente non era (ancora) di moda.
Quando non pensa a Internet Festival fa il videomaker, l’Open Source Evangelist, il volontario in un’associazione di trashware e altre cose a caso, ma purtroppo è scarsissimo ad aggiornare LinkedIn.
Ultimamente gioca a fare il game designer.

Odia parlare di sé in terza persona.

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